CROCEVIA DI IMPERI, CROCEVIA DI CIVILTÀ
Parlare della storia dell’Iran significa attraversare un luogo e un tempo che si pongono al crocevia della storia della civiltà. Un racconto che affonda le sue radici nelle narrazioni bibliche e che vede passare per quel territorio tutti i più grandi imperi che la storia umana abbia mai conosciuto.
IL PIÙ GRANDE IMPERO DELLA STORIA
Se anche nei suoi attuali territori è presente la città di Shush, l’antica Susa, la cui fondazione ci porta a quasi 7 mila anni fa (4935 a.C.), è in epoca molto più recente che le popolazioni di quel vasto territorio noto come Grande Iran cominciano a vivere una coscienza comune e un destino di popolo.
Più recente, ma pur sempre da noi distantissima: è nel 625 a.C., infatti, che i Medi unificano la regione in un unico impero. A questo impero succede – fondato da Ciro il Grande – l’Impero achemenide (550-330 a.C.), che con Dario I porrà la sua capitale a Persepoli e arriverà a contare, intorno al 480 a.C., quasi metà della popolazione mondiale: secondo le stime, poco più di 49 milioni di persone su una popolazione complessiva di circa 112 milioni.
IL VENTO DELLA GRECIA E LA DINASTIA SELEUCIDE
Il tentativo di espandersi a occidente porta nella prima metà del V secolo allo scontro con il mondo greco: sono le guerre persiane (499-449 a.C.) che tanta memoria avranno nella letteratura e nella storiografia greca, e alla seconda delle quali dobbiamo la più antica opera teatrale giuntaci per intero, I persiani di Eschilo (472 a.C.).
Non passa poco più di un secolo, tuttavia, che il conflitto con il mondo ellenico si riaccende. Questa volta il movimento è inverso, ed è Alessandro il Macedone – Alessandro Magno – a conquistare rapidamente nella sua corsa l’impero persiano: un impero breve, come la vita del grande conquistatore, alla cui morte segue una guerra intestina tra generali. Ne esce vittorioso Seleuco I, che fonda l’impero noto come seleucide: un’epoca anch’essa breve – poco più di due generazioni – sufficiente, tuttavia, a fare del greco la lingua comune della diplomazia e della letteratura.
OTTO SECOLI DI SPLENDORE
L’impero ellenizzante di Seleuco è soppiantato dalla dinastia Arsacide, che nel 248 a.C. ne sconfigge gli eredi, riunendo e governando l’intero altopiano iranico. Acerrimo nemico dell’Impero romano, l’Impero dei Parti regge per quasi cinque secoli, quando – ormai allentato sul piano organizzativo – viene sconfitto nel 224 d.C. da uno dei suoi popoli vassalli, i Sasanidi.
Comincia l’ultimo periodo della Persia classica, che per oltre 400 anni vede l’Impero primeggiare accanto alle altre potenze: l’Impero romano prima e successivamente l’Impero bizantino. È un impero vastissimo, che comprende oltre all’odierno Iran territori che oggi afferiscono a Iraq, Arabia orientale ed Egitto a occidente, Georgia, Armenia e Turkmenistan a nord, Pakistan a oriente.
Caratterizzato dai costanti conflitti con l’Impero bizantino, l’Erânshahr (cioè “Dominatore degli Arii”, come i Sasanidi chiamavano l’impero) vede la sua fine con l’arrivo da sud-ovest di una nuova, dirompente forza: le tribù di arabi che da poco più di un decennio (622) hanno vissuto l’Egira a seguito del suo profeta e condottiero Maometto. Tra il 632, data della battaglia di al-Qādisyya, e il 651 l’avvento dell’Islam darà un’impronta indelebile alla storia del popolo iranico.