APERTURA E DECLINO

Un altro tratto distintivo dell’Iran safavide è dato dalle relazioni sempre più frequenti con gli stati europei. Sotto lo shah ‘Abbās I il Grande (1587-1629) vediamo infatti ampliarsi i legami commerciali con la Compagnia delle Indie olandesi e intensificarsi i rapporti con le case reali, a cui già Ismāʿīl I aveva dato avvio con l’alleanza Asburgo-persiana.
È un’era da un lato di grande apertura, che vede persino la promozione embrionale di una forma di turismo, con una nuova fioritura architettonica – di cui le moschee fatte edificare da ‘Abbās a Isfahān rappresentano un esempio fulgido. D’altro canto, la maggior parte dei suoi successori si mostrano poco avveduti e dediti a uno stile di vita sontuoso che trascina a poco a poco lo stato in una spirale di declino, al cui culmine si pone la prima guerra russo-persiana: nel 1722 Pietro il Grande invade i territori caucasici dell’Iran, mentre da oriente un esercito afghano approfitta della situazione conquistando Isfahān e proclamando Mahmud Hotak shah di Persia. È un regno effimero, dal momento che Mahmud morirà tre anni dopo e Isfahān riconquistata nel 1729, ma tuttavia sufficiente a dissolvere ciò che resta della dinastia safavide: nel 1724 il trattato di Costantinopoli vede gli imperi russo e ottomano spartirsi i territori conquistati nel caotico biennio precedente.

NADIR SHAH

Se in parte è turca la responsabilità dello smembramento territoriale, da genti turche viene anche il suo ripristino. È infatti Nadir Shah, signore della guerra nativo del Khorasan e appartenente alla dinastia turca degli Afsharidi, a sconfiggere afghani e Ottomani e restituire il trono ai Safavidi, oltre che a negoziare con il trattato di Resht (1732) il ritiro dei russi dal Caucaso persiano e con quello di Ganja (1735) un’alleanza difensiva russo-persiana contro gli Ottomani.
Dopo un inizio sfolgorante che lo porta a espandersi fino in India, il regno di Nadir è funestato dalla guerriglia dei daghestani, che ne intaccano l’imbattibilità, e da numerose rivolte fino al suo assassinio nel 1747. Dopo un periodo di anarchia e un breve interregno della dinastia Zand, dalla successiva guerra civile – durante la quale vengono definitivamente perduti gli odierni Iraq e Bahrein – emerge vincitore Agha Mohammad Khan.

LA PERDITA DEL CAUCASO

Raggiunto il potere, la prima preoccupazione di Agha Mohammad – da cui prende avvio la dinastia Qajar – è di riaffermare la sovranità sulle regioni del Caucaso, prima su tutte la Georgia governata da Eraclio II. Dopo un iniziale successo, il suo assassinio nel 1797 e la morte di Eraclio l’anno seguente spingono però le truppe russe a marciare verso Tbilisi nel 1799. È l’inizio di un lungo conflitto per il dominio della regione che culmina nella seconda e terza guerra russo-persiana (1804-1813 e 1826-28), che coi trattati di Golestan (1813) e Turkmenchay (1828) vede passare definitivamente sotto il controllo russo la Georgia, il Daghestan, l’Armenia, l’Azerbaigian e il Gulistan.

MIGRAZIONI E CARESTIA

La conquista russa dell’intera regione caucasica, conclusa nel 1864, dà origine a un ampio flusso migratorio di popolazioni musulmane che – in parte per propria volontà, in parte per espulsioni forzate – per tutta la seconda metà del XIX secolo lasciano le loro terre per cercare ospitalità in Iran. A questo scenario vanno ad aggiungersi due durissime carestie: quella del 1870-1871, nella quale persero la vita tra 1,5 e 2 milioni di persone, e quella del 1917-19, le cui stime sono più controverse e variano tra i 2 e gli 8-10 milioni a seconda delle fonti.
In questo contesto di forte privazione e di malcontento popolare, nel 1921 l’ufficiale delle brigate cosacche persiane Reżā Pahlavī si mette alla guida di un colpo di stato militare, costringendo alle dimissioni il governo ma lasciando momentaneamente in carica il sovrano regnante. È infatti soltanto due anni più tardi, nel 1923, che assume la carica di primo ministro, esiliando il monarca e consolidando ulteriormente la sua rete di potere. Dopo due anni in esilio dorato per l’Europa, il 31 ottobre del 1925 Ahmed Shah viene deposto formalmente. Finisce l’era dei Qajar, inizia la sua breve e drammatica vicenda l’ultima dinastia persiana, la dinastia Pahlavī.