DALL’ANNESSIONE ALL’URSS ALLA REPUBBLICA AUTONOMA

La Repubblica Socialista Sovietica di Armenia fu una delle repubbliche socialiste che facevano parte dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Già sotto il dominio zarista dal 1828, e per breve tempo indipendente dopo la fine della Grande Guerra, l’Armenia è annessa nel 1922 all’Unione Sovietica come parte della Repubblica Federativa Sovietica della Transcaucasia o RSSF Transcaucasica nel 1922. Quest’ultima fu una repubblica sovietica di breve durata, dal 1922 al 1936, che comprendeva la Georgia, l’Armenia e l’Azerbaigian, tradizionalmente conosciute con il nome di Regioni Transcaucasiche nell’Unione Sovietica, con capitale Tbilisi. Le radici della RSSF Transcaucasica risalgono alla dissoluzione dell’Impero russo nel 1917, quando le province del Caucaso si separano e tentano di formare uno stato federale indipendente chiamato Repubblica Federale Democratica Transcaucasica. I diversi interessi nazionali e la guerra con l’Impero Turco portano però alla dissoluzione della repubblica dopo soli sei mesi, nell’aprile 1918. Protagonisti negli anni successivi di una guerra civile che coinvolge anche l’Armata Rossa, i tre stati costituenti escono dal conflitto mutate in repubbliche socialiste sovietiche nel 1922. Nuovamente uniti nella Repubblica Socialista Sovietica Transcaucasica i tre stati convivono forzosamente fino al 1936, quando la Transcaucasia si scioglie dando di nuovo vita a tre stati autonomi: la RSS Georgiana, la RSS Armena e la RSS Azera.

LIBERI E ANCORA OPPRESSI?

Nasce così la Repubblica Socialista Sovietica dell’Armenia, che durerà per oltre cinquant’anni. Al crollo dell’URSS, l’Armenia si riscoprirà a un tempo libera e attaccabile. Non passa infatti un anno che, con l’auto-annessione del Nagorno-Karabah alla repubblica armena, torneranno a spirare venti di guerra – la breve ma sanguinosa guerra con l’Azerbaigian (1992-1994) – su questa regione nobile e tormentata.