UN’ORIGINE NOBILE, UNA MENTE BRILLANTE
Calouste Gulbenkian nasce a Istanbul il 23 marzo 1869, erede di una nobile famiglia le cui radici affondano nel IV secolo. Suoi avi sono infatti i principi di Rechduni, dapprima dominatori nel sud dell’Armenia, quindi di stanza a Cesarea in Cappadocia, dove, per i quattro secoli di permanenza della dinastia, legheranno la propria opera allo sviluppo delle arti e alla cura degli interessi del popolo. La sua profonda identità armena, tuttavia, non impedisce alla famiglia Gulbenkian di sostenere, dal 1800 in avanti, sia la propria comunità d’origine, sia quella ottomana d’adozione, finanziando ospedali, scuole, chiese, artisti e intellettuali e, dopo il genocidio, assicurando in Mesopotamia rifugio e assistenza ai profughi.
In questo contesto il giovane Calouste intraprende gli studi in Calcedonia, prima all’Armanyan-Uncuyan school e poi presso la scuola francese St. Joseph. Successivamente, prosegue la sua formazione in Europa, tra Marsiglia e Londra, dove, spronato dal padre petroliere, si laurea in ingegneria al King’s College.
Appassionato al mondo della natura e della scienza, campi di studio che approfondirà per tutta la vita, a 22 anni decide di terminare la sua formazione a Baku, approfondendo i temi legati al mercato petrolifero. È durante questo soggiorno che scrive alcuni lavori – tra cui “La Transcaucasie et la Péninsule d’Apchéron – Souvenirs de Voyage” e “Le pétrole, source d’énergie” – che attirano l’attenzione del Ministro dei giacimenti del Governo ottomano. Gli vene così commissionata la stesura di un report sulle risorse petrolifere dell’Impero, focalizzato sulla zona dell’attuale Iraq. Poco più che ventenne, nel 1892, Gulbenkian sposa a Londra Nevarte Essayan, anch’essa di nobile famiglia armena, dalla quale ha due figli e quando nel 1895 scoppiano le prime persecuzioni verso gli armeni, ripara fortunosamente in Egitto con la famiglia e alcuni amici. Tra questi, Alexandre Mantachoff, una delle figure più influenti del mercato petrolifero russo.
L’ISTINTO DEL CACCIATORE: MR. FIVE PERCENT
L’amicizia di Mantachoff, e la parentela con il Primo Ministro egiziano Nubar Pasha, introduce Gulbenkian in un ambiente di affaristi nel quale si rivelano presto le sue doti. In un tempo in cui le potenzialità strategiche ed economiche del Medio Oriente sono ancora completamente ignorate, egli persuade gli investitori internazionali e il governo ottomano a puntare su queste risorse e organizzarne razionalmente lo sfruttamento. È così che gioca un ruolo centrale nella fondazione del gruppo Shell (Royal Dutch Shell Group) e nella delineazione delle dinamiche del mercato petrolifero russo e americano. Ed è in questa occasione che si guadagna il soprannome, con cui ancora è ricordato, di “Mr. Five Percent”.
Tra il 1913 e il 1914, la Turkish Petroleum Company viene riorganizzata e le quote azionarie ridistribuite tra l’Anglo-Persian Oil Company (oggi la British Petroleum), la Royal Dutch Shell Group e il Governo tedesco. Per agevolare le trattative tra questi grandi azionisti, Gulbenkian decide di ridurre la propria quota dal 15% al 5%. È un’apparente perdita, ma con la fine della guerra e il riassetto degli interessi internazionali egli riesce a conservare il proprio 5%, elaborando nel 1928 il geniale accordo “Red Line Agreement”, che gli garantirà l’accumulo di un enorme patrimonio. Conservando per sé una parte marginale, infatti, Gulbenkian dà avvio a una campagna di investimenti massivi in Iraq delle nuove potenze, Stati Uniti su tutti, aumentando in maniera considerevole il volume d’affari sul quale percepire le commissioni, aumentando insomma la “torta” da cui prendere la propria fetta, come sottolineerà egli stesso con la massima “Better a small piece of a big pie, than a big piece of a small one”.
LA VOCAZIONE FILANTROPICA
Al fiuto per gli affari, Gulbenkian accompagna fin da subito con una sentita vocazione filantropica, investendo la propria abilità nei rapporti anche in campo diplomatico. Già dal 1898, infatti, è Consulente finanziario ed economico per l’Ambasciata ottomana a Parigi, mentre nel 1902 ottiene la cittadinanza britannica e, al termine della Prima Guerra Mondiale, viene nominato Rappresentante diplomatico per il commercio persiano a Parigi, ruolo che ricoprirà per 24 anni. È così che, grazie a un intreccio abile di affari e politica, nell’arco di un quarantennio riesce a definire politiche di sostegno per non solo per il suo popolo, ma anche per ottomani, britannici, persiani e francesi.
È comunque il popolo armeno il maggiore beneficiario del suo operato: il suo impegno nelle negoziazioni con Francia e Inghilterra concluse con i trattati di Sèvres (1920) e Losanna (1923) per ridare dei confini certi e indipendenti all’Armenia; il già citato “Red Line Agreement”, col quale riesce a ottenere non solo per sé ma anche per l’Armenia il 5% dei guadagni della Iraq Petroleum Company. O, infine, la direzione della “Armenian General Benevolent Union” (1930), organizzazione assistenziale al servizio della popolazione.
LA BELLEZZA, DONO PER IL MONDO
Il realismo di Gulbenkian, per cui il bene dei popoli richiede mezzi di sostentamento che lo assecondino, non riduce tuttavia l’uomo a criteri economicistici. Anzi: da realista vero, egli considera il nutrimento artistico e spirituale un’esigenza umana pari al mangiare e al bere. È probabilmente mosso da questa visione che nel 1953 istituisce la Calouste Gulbenkian Foundation. Oltre farvi confluire i propri beni finanziari, infatti, Gulbenkian vi porta in dote la collezione di dipinti e oggetti d’arte messa insieme lungo un’intera vita da appassionato. Accanto a questa collezione – oltre 6000 pezzi che vanno dall’antichità agli inizi del xx secolo – egli affianca una ricca biblioteca, assemblandola e custodendola da bibliofilo di razza.
Spartita dal 1936 al 1950 tra il British Museum, la National Gallery di Londra e altri musei americani e francesi, nel 1960 la collezione trova in Lisbona un luogo in cui – secondo i desideri del suo proprietario – poter finalmente essere goduta da chiunque. Dopo lunghe trattative con i governi condotte dall’amico Lord Radcliff, la collezione può finalmente ricomporsi: dapprima nel Palácio do Marquês de Pombal, quindi, dal 1969, nel neonato Calouste Gulbenkian Museum.
LISBONA
Il dono della collezione è un dono fatto a un tempo al mondo e a una città, Lisbona, che accoglie nel 1942 il Signor 5% e che ne accompagna gli ultimi anni. Il 20 luglio 1955 Calouste Gulbenkian muore, lasciandosi alle spalle una vita di passione per gli uomini e per le cose, per il fare e per l’Armenia. La sua ultima dimora è la Chiesa di San Sakir Armeno di Londra, segno ulteriore dell’amore per il suo popolo e per la sua cultura. Lì viene seppellito. Lì, ancora oggi, le sue spoglie ne segnano la memoria.
BIBLIOGRAFIA
- Astrig Tchamkerten, Calouste Sarkis Gulbenkian, The man and his work, Calouste Gulbenkian Foundation, Lisbona 2010
- Astrig Tchamkerten, The Gulbenkians in Jerusalem, Calouste Gulbenkian Foundation, Lisbona 2006
- José de Azeredo Perdigao, Calouste Gulbenkian collector, Calouste Gulbenkian Foundation, Lisbona 1979 [1969]